Seveso e la mostra sull’Eucarestia: un incontro imprevedibile

pubblicato il 1 giugno 2012

Il 14 maggio si è chiusa la mostra Oggi devo fermarmi a casa tua. L’ Eucarestia, la grazia di un incontro imprevedibile, allestita dal Decanato di Seveso presso Il Seminario.

L’iniziativa  ha generato un gesto la cui portata si è resa evidente agli organizzatori in itinere.

All’inizio di settembre 4/5  persone, che avevano avuto la possibilità di visitare la mostra a Milano presso il Palazzo delle stelline, hanno coinvolto il decano don Flavio Riva nell’idea di portare la mostra nei nostri paesi. E subito il gesto si è allargato ai parroci delle parrocchie del Decanato  e al Rettore del Seminario di Seveso che si è reso disponibile a localizzare proprio in Seminario l’iniziativa. Pian piano al gruppo iniziale si sono unite persone provenienti dai diversi paesi e da realtà ecclesiali diverse. Subito, pur nelle diversità di temperamento e di storia, c’è stata cordialità ed una simpatia che ha reso possibile incontrarsi e lavorare insieme. E’ iniziato un percorso di preparazione che ben presto, accanto agli aspetti organizzativi e segretariali, necessari per realizzare l’impresa, si è fatto personale. Il contenuto della mostra è diventato una provocazione che interpellava ognuno, tanto che è maturato il desiderio di incontrare in 3 momenti successivi i curatori della mostra, perché  aiutassero ad approfondire i contenuti . In quelle serate assieme fino anche a 60 persone si sono ritrovate e lì il lavoro è diventato un paragone con la propria esperienza. La portata della proposta si è pian piano delineata e tutti si sono  trovati a rispondere alla provocazione che la Chiesa continuamente con l’Eucarestia ci mette davanti come proposta per la vita: Cristo presente qui ed ora. Man mano che maturava  la consapevolezza della portata di quello che si andava a proporre, è sorto il desiderio di coinvolgere il maggior numero di persone; è iniziato un lavoro capillare di diffusione di inviti alle  scuole del territorio, alle associazioni e movimenti, alle parrocchie nei diversi livelli ( catechismo, gruppi parrocchiali vari, consigli pastorali) alle istituzioni politiche, sociali e culturali. La mostra, aperta al pubblico per un mese, è stata visitata  da oltre 3000 persone singolarmente od organizzati in gruppi di età diverse, dai bimbi della scuola materna ai ragazzi delle elementari, medie e superiori, agli adulti agli anziani. Fare da guida ai visitatori è stata un grazia insperata: poter accompagnare le persone lungo  il percorso in cui si snoda la mostra è stata letteralmente la possibilità di rinnovare continuamente l’esperienza di Zaccheo nell’incontro con Gesù: sorprendere la nostra smisurata indigenza e l’infinito desiderio di cui è costituito il nostro cuore; riconoscere i tratti inconfondibili della compagnia di Gesù per l’uomo che incontra il suo sguardo; scoprire così il proprio cuore e riconoscere chi lo soddisfa; riconoscere la sua presenza reale, corporale e contemporanea ad ogni generazione nella compagnia della Chiesa, dentro la vita cambiata e rinnovata di quanti si sono lasciati attrarre da Lui. Ma l’esperienza più sorprendente per tutti è stato guardare i volti delle persone che abbiamo accompagnato: sguardi trasformati dallo stupore e dalla commozione per un incontro che attraverso la mostra accadeva a loro. Gli attestati di stima i ringraziamenti sinceri alla fine del percorso erano l’espressione di questa commozione. Come per Zaccheo. La nostra gratitudine è stata poter vedere che questo accadeva attraverso noi, noi con i nostri limiti.

E così accompagnare le persone è diventata l’opportunità della memoria, la memoria di Lui in quello spazio e in quel tempo.

La mostra ha regalato tanti incontri, un dialogo con il cuore di tante persone, fino a quella profondità in cui ci si sente compagni nel cammino verso il destino.  Ed è stata graziata dalla benedizione del Card. Angelo Scola, della presenza del card. Tettamanzi e della visita cordiale del vicario episcopale mons. Armando Cattaneo. A  conclusione della mostra è stato organizzato, nell’aula magna del seminario, un incontro con  3 testimonianze che avevano a tema la famiglia ed il lavoro, in preparazione al grande incontro con il Santo Padre  a Milano. Claudio Bottini ha raccontato della sua compagnia paterna ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Stefano Conti ha documentato come in una storia familiare dolorosa non sia venuta meno la certezza di essere in un cammino buono, i coniugi Conti hanno raccontato di una esperienza familiare accogliente ed aperta all’altro. Le  loro parole hanno reso evidente al cuore che una vita che si lascia afferrare da Cristo è certa della positività delle cose, ha la sicurezza e la letizia di chi è amato, anche di fronte alla crisi che rende difficile il lavoro o di fronte a situazioni familiari pesanti o rispetto alla proposta di   ospitare un estraneo in casa tua. E’ un ‘umanità nuova che vive nel mondo.

Questa iniziativa si è conclusa con una cena in cui chi ha lavorato a vario titolo nella mostra,  assieme ai parroci del decanato, è stato ospite dei sacerdoti e dei seminaristi che abitano in Seminario e che li hanno accolto per tutto il mese  facendoli sentire “a casa”.

Se dovessimo fissare con un termine l’esperienza della mostra diremmo  “incontro”: tra noi che abbiamo lavorato alla sua realizzazione, con le migliaia di visitatori, con i seminaristi, con i parroci del Decanato, con il contenuto della mostra che ci ha reso più facile fare memoria di Lui. La grazia di un incontro imprevedibile:  come per Zaccheo anche per noi è risuonato l’invito: “Oggi devo fermarmi a casa tua”.

Gli organizzari della mostra a Seveso

 

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