Pietro Sarubbi
Da Barabba a Gesù: può uno sguardo cambiare la vita di un uomo? La risposta di Pietro Sarubbi è sì.
Pietro ha proprio la vita che ci si aspetta da un artista, perché è un artista. Un’adolescenza irrequieta, con tanto di rocambolesca fuga con il circo, il lavoro che tutti sognano di fare, l’attore, una famiglia numerosa e tanti colpi di scena.
Pietro ha un carattere forte e orgoglioso. Sprezzante del pericolo e certo delle proprie qualità artistiche, ha la faccia tosta di “contestare” la scelta di Mel Gibson e di discutere con lui. Chiede un ruolo più importante, ma san Pietro è già stato scelto e quindi suggerisce a Gibson di modificare il personaggio esigendo delle battute. La risposta è chiara: «Barabba non parla perché non ha più parole, ha urlato tutto il suo fiato per l’ingiustizia subita. Barabba non è un ladrone, ma il capo degli Zeloti … è stato fatto prigioniero e torturato fino a essere trasformato in una bestia e come le bestie non ha parole, ma esprime tutto con gli occhi. Per questo ti ho scelto, per fare il mio Barabba. Dovrai apparire come una belva, ma in fondo ai tuoi occhi ci deve essere lo sguardo di un uomo onesto».
Pietro poco a poco capisce che Barabba è importante in quanto guardato da Gesù. Proprio come accadrà a lui: lo sguardo ferisce l’attore, ma apre a un incontro grande.
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